Quando si ha un infarto, non arriva abbastanza sangue, e quindi abbastanza ossigeno, ai tessuti corporei, che vanno in necrosi (muoiono). L’infarto può colpire sia il cervello che i polmoni, ma, generalmente, quando si utilizza questo termine, ci si riferisce all’infarto del miocardio. Uno stile di vita scorretto, fatto di sedentarietà e cattiva alimentazione, può portare ad avere un infarto. Per essere sicuri di prevenire questa grave condizione e stare sotto controllo, è meglio sottoporsi a una visita cardiologica a Roma. Durante la visita, infatti, tramite elettrocardiogramma ed ecocardiogramma sarà possibile verificare lo sta di salute del cuore del paziente.

Quali sono i sintomi dell’infarto del miocardio

 

Il sintomo dell’infarto più conosciuto è solitamente il dolore al petto, localizzato maggiormente nella parte sinistra del torace (quella dove si trova il cuore, appunto). Il dolore può poi irradiarsi al braccio sinistro e raggiungere anche la mano, oppure presentarsi in alcune zone non considerate sospette come la mascella, la parte dorsale della schiena (tra le due scapole) o il collo. Al dolore generalmente si accompagnano altri sintomi come: la sudorazione, pelle fredda e umida specialmente alle estremità (dita delle mani e dei piedi), tachicardia, pressione bassa e respiro affannoso. L’infarto miocardico è causato dall’occlusione parziale oppure totale di un’arteria coronarica. Generalmente l’occlusione è causata da un trombo, o coagulo, che si stacca da un’altra parte del corpo e arriva fino al cuore. Anche alcune malattie, oppure sintomi in cui il sistema elettrico del cuore non funziona bene, possono causare un infarto.

 

Che cosa fare in caso di infarto: gestire l’emergenza

 

Vediamo allora che cosa fare se qualcuno sta avendo un infarto. Per prima cosa, se una persona intorno a voi accusa i sintomi descritti in precedenza, bisogna chiamare i numeri di emergenza: il 118 oppure il 112. Così verranno allertati i soccorsi. Nel frattempo, se presente in zona, bisogna cercare un defibrillatore semiautomatico DAE oppure effettuare la rianimazione cardiopolmonare (RCP). La RCP si effettua ponendo le mani sul torace della persona, a braccia tese, e comprimere velocemente, 2 volte al secondo, senza interruzioni, senza staccare le mani mentre il torace si rialza.